3 - Non leggete, passate oltre perchè troverete solo specchi e inganni.
Questo è il terzo episodio in cerca di insuccesso.
Il terzo episodio ha come spunto la mia amica che, su facebook, mi ossessiona con foto di Ray-Ban scuri con le quali invita le amiche sul Pollino a fare altrettanto,
La pittura impressionista ci ha stanati dal chiuso degli atelier e, quando ero più giovane, con la fidanzatina di ruolo andavo in montagna a fare disegni e fotografie. La montagna offre tanti posti in cui i materiali-texture possono essere affiancati a un giovane corpo femminile per fare ricerca grafica.
Ho iniziato nel1947 con la Leica di papà armata di pellicola in bianco e nero e ho imparato che il costo impone di pensare prima del clic. Se dico che oggi non è più così, dico un’ovvietà. Ma allora, cosa è cambiato?
La vecchia Leica era un oggetto con pochi meccanismi e mi sentivo capace di moltiplicarne le potenzialità. Quando, in atelier, guardavo i miei collaboratori intenti a produrre immagini virtuali, non vedevo come potessero moltiplicare le potenzialità dello strumento, ma alla fine mi è stato chiaro che non potevano farlo . Potevano solo muoversi all’interno del programma. Tutti noi, quando facciamo clic, posizioniamo l’iPhone pensando che in quel gesto si esprima creatività e buon gusto. Invece no: siamo degli addetti al suo funzionamento: siamo tutti diventati dei “funzionari”. A pensarci, noi cittadini siamo tutti inseriti nei sistemi digitali che gestiscono il quotidiano, e quindi siamo diventati dei funzionari.
Senza la fotografia giovanile in montagna e senza la computergrafica in azienda avrei fatto più fatica a interiorizzare tutto questo e, in particolare, che la creatività non è un requisito del funzionario. Al funzionario si richiede solo di essere in Armonia con il sistema dei software. E la creatività? La Creatività c’è, ma appartiene a chi entra criticamente nel paradigma della digitalizzazione globale per metterne in evidenza le sue contraddizioni. Ma queste persone sono gli artisti.